giovedì 9 dicembre 2010

Francesco Mestria




La donna di Mestria cresce con i difetti visibili nella forma, delineata perfettamente ma quasi incurata abbozzata a donna nelle forme, sempre tesa, con la muscolatura scolpita, priva di occhi ma con un'anima. E' racchiusa nelle braccia l'anima della donna angelica di Mestria, in quelle braccia sempre protese verso l'altrui generazione, al prossimo. Plastico quanto basta, reale al punto di sorprendere, l'operato di Mestria sorprende lo spettatore per la grandiosità dell'opera plasmata spingendolo a riflettere sul latente significato della resa artistica, sulle responsabilità che la vita dona ad ognuno, sui sacrifici per giungere lontano, in un dove diverso da quella della protagonista, intriso di entusiasmo per la vittoria. Francesco Mestria staglia i suoi nivei esseri nella scena del presente ricercando nella materia reconditi  sensi. Quasi sospesi, levigati dal tempo, le braccia dei suoi uomini tendono al presente e al passato, si adagiano su vetuste sedute o si detergono in antichi lavabo, meticolosità espressiva che segna la contemporaneità tracciando un binomio imprescindibile in cui il presente e il passato si intricano con la grazia che solo un grande sa adoperare.

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